Haiti ancora emergenza

 In Lettere del Presidente

Abbiamo ancora negli occhi le drammatiche immagini della TV che hanno portato nelle nostre case la tragedia di Haiti, ma vorrei iniziare questa mia riflessione con un elemento di speranza. Mi ha colpito molto il fatto che subito dopo il terribile evento non siano state poche le persone che subito si sono rivolte ad Agata Smeralda, hanno telefonato in segreteria, per dare la loro disponibilità a versare un contributo, e per sollecitare l’associazione affinché si attivasse subito, anche in quell’isola, il sostegno a distanza. Tra le prime offerte, quella di un’anziana signora, con una pensione molto bassa, che neppure è riuscita a salire le scale –siamo al quarto piano!- e dopo averci parlato al citofono ha lasciato nella buca delle lettere la sua offerta, in una busta sulla quale, con mano tremula aveva scritto “Per i bambini senza casa di Haiti”. L’offerta non era grande, ma quel gesto, quei pochi euro, hanno lo stesso un grande valore e un grande significato. E non solo perché frutto di un sacrificio vero, di un cuore generoso. Non vi nascondo che questo gesto è stato la spinta forte per accelerare i tempi del nostro impegno ad Haiti e la sollecitazione per contattare subito i padri Gesuiti presenti sull’isola, dai quali poi ho avuto il nominativo di Suor Marcella Catozza, francescana, con la quale siamo entrati in contatto telefonico, nonostante le grandi difficoltà, e abbiamo potuto concordare un piano di aiuto efficace e duraturo nel tempo.

Sì, perché ora quello che è importante è dare continuità all’intervento. Il rischio infatti è che presto anche Haiti sia dimenticata -i mass-media l’hanno già fatto, non parlandone più-. E alla fine, tra le macerie e la disperazione resteranno i missionari, come sempre, a portare un annuncio di speranza e un impegno di promozione umana. Attraverso di loro daremo il nostro contributo alla rinascita di quel popolo.

Uso non a caso la parola rinascita: la Pasqua è ormai alle porte e ci ripropone la provocazione più grande, quella tomba vuota che promette la vittoria della vita sulla morte, della speranza sulla disperazione. La luce della Pasqua dà un senso diverso alla vita dell’uomo, cambia l’orizzonte, ci dice che la morte e il dolore non avranno l’ultima, decisiva parola. E allora anche quello che abbiamo visto ad Haiti –e che vediamo in tante parti del mondo, anzi in tutto il mondo, anche da noi (perché ci sono macerie di tanti tipi, anche nelle società opulente!)-, i bambini senza più famiglia, la disperazione, la mancanza di tutto, può trovare una risposta di speranza e di riscatto. Anche per loro, per queste creature crocifisse, è possibile la Risurrezione. E, io credo, dobbiamo rimboccarci le maniche perché questa avvenga prima possibile. Perché si possano sgombrare le macerie, uscire dal sepolcro e dalla distruzione. Ricostruire. E per far questo c’è bisogno di fede. C’è bisogno di una grande speranza. C’è bisogno di mettere in pratica il comandamento dell’amore. Dell’amore più grande. Perché di fronte a situazioni così tragiche ci sentiamo disarmati e il rischio è quello di dire “Ma io che cosa posso farci? Sono già impegnato, ho tante altre cose da fare”. Tragedie come quella di Haiti ci devono spingere invece a sentirci piccoli strumenti di speranza e di resurrezione. Per questo d’ora in poi Agata Smeralda, come già fa in diverse parti del mondo, starà a fianco di suor Marcella e dei suoi bambini haitiani.

Termino questa lettera con le parole che ci scrivono dal Brasile i nostri missionari: “ A voi, amiche e amici del Progetto Agata Smeralda che volete crescere con noi e i nostri bambini, voi che ci avete aiutato ad allargare il raggio della nostra solidarietà, voi che vi siete aperti ai problemi del sud del mondo e siete disposti a cambiare vita, voi che ci sostenete nel servizio ai più piccoli e avete scelto di condividere non il superfluo ma un po’ di quello che siete e avete, anche voi oggi fate parte del nostro canto, siete un segno della Pasqua, la semente del nuovo che feconda la storia e alimenta la speranza.

Oggi, insieme ai diecimila bambini e bambine, di Salvador e della Bahia, ai responsabili e collaboratori, vi ringraziamo, tutti e ciascuno.
Il canto dell’Alleluia ci confermi nell’impegno e renda ancor più piena e vera la nostra disponibilità”.

Mauro Barsi
Presidente del Progetto Agata Smeralda

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