Notizie da Haiti

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Port au Prince, 17 dicembre 2019

Carissimi amici di Agata Smeralda,

sappiamo che in quest’ultimo anno sono mancate le notizie da Haiti, ma ci siamo trovati a vivere situazioni davvero pesanti a volte molto difficili ed a volte invece belle ma difficili da raccontare a chi vive lontano da qui.

Ora è venuto il momento di dare un po’ di tempo perchè anche voi possiate seguire con noi l’evolversi delle cose e possiate continuare a credere nel lavoro che stiamo facendo per il bene dei nostri bambini.

Nel novembre 2018 una rivolta popolare ha sconvolto il ritmo della nostra vita: migliaia di persone sono scese in piazza a manifestare contro il Presidente della Repubblica accusato di aver rubato e di aver lasciato rubare grossi finanziamenti ricevuti da compagnie petrolifere caraibiche. La cosa sembrava essere organizzata dagli avversari politici che hanno armato la gente e fatta scendere in piazza. Ne è nata una rivolta brutale e violenta, barricate infuocate, pali della luce divelti, container posti a ostruire le strade. L’hanno chiamato « blok pey », blocco del paese. Una paralisi completa in cui le istituzioni, sia pubbliche che private, si sono trovate impossibiltate a reagire: banche, uffici, ministeri, mercati, scuole… tutto chiuso. La gente restava chiusa nelle baracche per paura di incorrere nei manifestanti. Ma non era ancora abbastanza! I manifestanti hanno attaccato le baracche, hanno massacrato gente, hanno depredato, violentato, ucciso. E anche la nostra missione non è stata risparmiata!  Per ben tre notti consecutive una banda armata di circa 25, 30 persone ha fatto irruzione in silenzio, mascherati, armati fino ai denti. Ce li siamo trovati nel giardino, nelle camere, in refettorio. Hanno portato via tutto quello che sono risuciti a prendere, finanche i materassi dei letti dei bambini. Una notte di silenzio e di paura. Una notte che ha segnato i nostri bimbi, molti dei quali hanno ripreso a fare la pipì a letto o hanno manifestato paura di addormentarsi nelle notti successive.

Notti pesanti che hanno lasciato il segno. Durante gli scontri che avvenivano a poche centinaia di metri da noi siamo rimasti isolati, al di qua delle barricate, irraggiungibili anche dall’Unità di Crisi della Farnesina che, allertata da nostri amici, cercava di portarci aiuto. Siamo rimasti senza acqua, viveri, diesel per il generatore: in ginocchio.

Ma in tutto questo i nostri bambini sono passati a testa alta, affrontando le avversità con il sorriso e la semplicità anche quando non abbiamo avuto acqua per 78 ore, ore in cui, nonostante i 40 gradi, non si poteva bere.

La scuola materna annessa alla missione non ha mai cessato di funzionare perchè i bimbi che la frequentano sono quelli della baraccopoli e quindi come noi, al di qua della linea di fuoco. Invece le scuole della città erano chiuse anche perchè professori e alunni non riuscivano a raggiungerle in sicurezza. Noi avevamo pagato la retta anuale alle scuole salesiane per circa 200 bambini dalla prima elementare alla terza media ma le lezioni non si sono svolte per mesi. A giugno la promozione è arrivata per tutti ma tanti erano scappati sulle montagne, magari dai nonni, o nei villaggi di origine. Uno sfacelo! Per questo non avete avuto foto, pagelle, disegni…. Un popolo in fuga !

Quest’anno a settembre, cercando di rimettere insieme i pezzi, abbiamo visto che tanti bambini non sono più tornati e non siamo quindi più in grado di seguirli. Non abbiamo rinnovato le iscrizioni a scuola anche perchè la situazione non è cambiata e le scuole sono tutt’ora chiuse per la guerriglia che riempie le nostre strade. Proprio ieri il Ministero dell’Istruzione haitiano ha pubblicato un nuovo calendario scolastico che prevede l’apertura delle scuole a gennaio e la chiusura ai primi di agosto. Noi siamo ancora fermi a guardare cosa succede, perchè segni che la situazione stia cambiando non se ne vedono ma vogliamo invece sperare che anche questo Paese trovi la sua strada.

Vi chiediamo quindi scusa per essere mancati nell’aggiornarvi su cosa stava succedendo ma era come se sperassimo ogni giorno che tutto andasse a posto.

Vi chiediamo di continuare a sostenere i nostri bambini magari decidendo di accompagnare uno dei nuovi piccoli appena arrivato alla scuola materna e, se un giorno i più grandi torneranno, riprenderemo il cammino che la violenza ha interroto così brutalmente.

Un abbraccio grande ad ognuno di voi

Suor Marcella Catozza
Fraternità Francescana Missionaria

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