Sostegno al monastero di Mar Eliam in Siria

 In SOS Mondo

Immagine Sostegno al monastero di Mar Eliam in Siria

“Non so se domani saremo ancora vivi, ma abbiamo bisogno di tutto. Non c’è acqua al monastero. C’è poco cibo, pochissime medicine e latte per i bimbi più piccoli. C’è bisogno di tutto, ma prima di tutto c’è bisogno che questa guerra finisca e che la diplomazia trovi finalmente un accordo”. Sono le parole di Padre Jaques Mourad, monaco cattolico siriano, Priore del monastero di Mar Eliam che si trova alla periferia di Qaryatein, una cittadina nel mezzo del deserto siriano di 35mila abitanti, a 60 km da Homs.

Questo monastero è la seconda sede della comunità fondata da Padre Paolo dall’Oglio, il gesuita rapito nel Luglio dello scorso anno e di cui purtroppo non si sa più nulla. Padre Dall’Oglio fondò nel deserto una comunità monastica, Deir Mar Musa, ristrutturando un antico e abbandonato monastero, San Mosè l’Abissino, sulle montagne vicino a Nebek. Vi si arriva a piedi, un percorso faticoso e lungo per giungere in un paradiso di pace, un eremo arroccato tra le rocce, una comunità di silenzio, un luogo di dialogo interreligioso dove si guarda all’eredità di Padre Charles de Foucauld e si celebra la liturgia in arabo.

Jaques Mourad, è stato il primo monaco della comunità di Mar Musa, uno dei primi ad aver creduto nel progetto di pace e dialogo di Padre Paolo. Ora Padre Jaques vive nel monastero di Mar Eliam, a Qaryatein. La cittadina è incredibilmente rimasta al di fuori del conflitto durante i primi due anni di guerra, anche e soprattutto grazie all’opera di negoziazione di Padre Jacques. Ma, durante lo scorso anno, i ribelli sono entrati in città e l’esercito l’ha bombardata. Gli abitanti che hanno potuto sono fuggiti, profughi verso altre città o altre nazioni. I più poveri, quasi tutti musulmani, si sono rifugiati al monastero.

E Padre Jacques li ha accolti. Nei mesi passati sono transitati dal monastero oltre 300 bambini, 100 donne e 40 uomini, scampati al fuoco incrociato tra l’esercito governativo e le tribù ribelli.

Oggi in quel piccolo monastero, casa per poche persone, vivono invece 52 famiglie (116 bambini di meno di 10 anni, 43 ragazzi tra i 12 e i 18 anni, 81 donne e 43 uomini), poverissime, quasi tutte musulmane.

“Dinanzi alle terribili notizie che provengono ogni giorno dalla Siria, dove raid aerei di Assad provocano fame, disperazione e morte, tra una popolazione formata soprattutto da donne, bambini e anziani inermi, non possiamo certo stare a guardare – afferma il Prof. Barsi, Presidente del Progetto Agata Smeralda Onlus – ma è urgente rimboccarsi da subito e insieme le maniche e, nel nome di Giorgio La Pira, profeta della pace, fare concretamente la nostra parte. Non solo gridare con forza ‘prima di tutto la pace’, ma anche aiutare almeno quei profughi accolti da Padre Jaques Mourad nel suo monastero siriano”.

Agata Smeralda vuol dare quindi una mano a Padre Jaques e sostenere concretamente la sua opera di pace e di accoglienza. Per questo lancia un appello urgente per raccogliere fondi da investire nell’acquisto di cibo, latte e medicinali.

Le offerte possono essere inviate al Progetto tramite una delle modalità indicate nel nostro sito, con causale “per i profughi siriani”.

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