Il compleanno festeggiato in Piazza SS. Annunziata a Firenze

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È iniziata in un clima davvero brasiliano, la domenica di festa di Agata Smeralda. In piazza Santissima Annunziata a Firenze le percussioni e i movimenti della “capoeira”, accoglievano le persone dirette all’appuntamento con “Agata Smeralda”. Poi tutti insieme, scout lombardi, amici pugliesi di Locorotondo, bolognesi, pisani, veronesi e tanti altri amici di Agata Smeralda, insieme all’Arcivescovo di Firenze Mons. Giuseppe Betori, anche quest’anno presente all’iniziativa, si sono recati nella chiesa di Santa Maria degli Innocenti, dove si è rinnovato il segno, commovente, dell’omaggio floreale, in ricordo di Agata Smeralda, la prima bambina abbandonata e poi accolta nello Spedale degli Innocenti. E un gruppo di bambini –in rappresentanza dei diecimila piccoli adottati a distanza dal Progetto- hanno portato all’altare un grande mazzo di fiori.

Così, come di consueto, ci si è infine trasferiti nella Basilica della Santissima Annunziata, per un incontro che è terminato con la Celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata da numerosi sacerdoti, un incontro ricco di interventi, tutti nel segno della testimonianza e della gratitudine.

Gratitudine espressa prima di tutto dal Presidente del Progetto Mauro Barsi: “Dobbiamo dire un grande grazie –ha esordito- prima di tutto alla Provvidenza di Dio, del Dio della vita, perché senza di Lui davvero non potremmo far nulla. E grazie alla grande famiglia di “Agata Smeralda”, grazie a voi che siete qui anche quest’anno. Un saluto particolare voglio rivolgere a Sua Eccellenza Monsignor Giuseppe Betori. E’ bello e incoraggiante avere, come “Agata Smeralda” ha, la stima e l’amicizia del Pastore della Chiesa fiorentina. Gliene siamo grati, davvero! Così come siamo grati a tutti i missionari, a quelli qui presenti e a tutti quelli che sono tra ad operare in mezzo ai più poveri tra i poveri, a testimoniare il Vangelo di Gesù con la loro vita e la loro testimonianza”.

Poi Barsi si è rivolto agli Scout dell’Agesci lombarda, alla quale è stato attribuito quest’anno il Premio Prima di tutto la vita: “E’ una presenza, la loro, che saluto con gioia. Una presenza che oggi è qui, in questa Basilica, in questo giorno di festa, ma che da anni sperimentiamo anche nelle favelas di Salvador, dove ogni anno alcune decine di giovani scout operano al fianco di “Agata Smeralda”. Abbiamo bisogno –ha aggiunto- dello spirito che caratterizza l’esperienza dello scautismo. E abbiamo bisogno della loro gioventù, di una gioventù d’animo che sa ancora dare il primato alle cose che davvero hanno valore. Il servizio ai fratelli, il senso di responsabilità, il valore della gratuità, l’amore cristiano sono ingredienti che mantengono giovane il cuore e il volto sorridente e sereno. Quel sorriso e quella serenità che tante volte ho visto nelle ragazze e nei ragazzi che, venuti a Salvador per dare una mano, l’hanno data con grande impegno e maturità”.

Poi il Presidente Barsi si è soffermato sul tema della Giornata per la Vita: “E’ un tema –ha detto- particolarmente significativo: ci invita a educare alla pienezza della vita. E solo un cuore che sa rimanere cuore di fanciullo, solo un cuore giovane è un cuore che può raggiungere la pienezza della vita.

Purtroppo oggi sono tanti gli ostacoli e le insidie che minacciano questa pienezza: rapporti superficiali ed egoistici, ma anche una svalutazione del valore grande della vita, una svalutazione che troviamo confermata in tante cose che caratterizzano la nostra vita quotidiana, dal disprezzo verso il diverso, dall’abbandono di chi, anziano o handicappato, è considerato improduttivo, fino alle tante vittime di incidenti sul lavoro e sulla strada, spesso originati da comportamenti irresponsabili. Per questo bisogna educare alla pienezza della vita: e vi confesso che non posso non pensare a tanti episodi di cui sono stato testimone a Salvador, nei centri e nelle scuoline sostenute dal Progetto Agata Smeralda. Perché per migliaia di bambini, minacciati da una vita vuota, vuota di speranza, vuota di affetti, vuota di prospettive, è stata donata una vita buona, una vita piena, una pienezza di vita, con la possibilità di studiare, di essere curati, di socializzare e di essere amati. Nello stesso tempo penso che “Agata Smeralda”, così come tutte le altre attività di volontariato, di impegno per gli altri, dia un importante contributo ad educare ciascuno di noi alla pienezza della vita: perché una vita piena, è una vita che sa amare e accogliere, che sa donare e aprirsi agli altri”.

Infine, Barsi ha ribadito i fondamenti di “Agata Smeralda”: “Crediamo fermamente nella dignità della persona umana, di ogni persona umana. Crediamo nel diritto alla vita, dal concepimento –Agata Smeralda in Brasile è un grande Centro di Aiuto alla Vita: quanti bambini sono nati nei nostri centri, quante madri sono state aiutate ad accogliere il loro piccolo!-, dal concepimento, dicevo, alla morte naturale. Crediamo nell’urgenza di diffondere una cultura per la vita in una società dove troppo spesso prevale una cultura di morte. E crediamo che i bambini di oggi rappresentino il futuro, e su di loro è urgente investire. Crediamo fermamente, come si legge nel Preambolo della “Dichiarazione dei diritti del fanciullo”, che “l’umanità ha il dovere di dare al bambino il meglio di se stessa”. Con questo spirito oggi facciamo festa e ringraziamo il Signore. ChiedendoGli forza e perseveranza per continuare questa grande, bella storia d’amore, che vede più di 10 mila bambini sostenuti a distanza, 10 mila bambini ai quali è donato davvero un futuro”.

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