IL DOLORE DI HAITI NON DEVE ESSERE DIMENTICATO

 In Lettere del Presidente, Notizie

Carissimi amici di Agata Smeralda,

gli occhi del mondo sono puntati altrove, ma l’emergenza umanitaria ad Haiti continua inesorabile nella sua crudele realtà. I riflettori si sono accesi sul dramma che si sta consumando in Ucraina, ma l’insensatezza e la ferocia dell’invasione russa non possono e non devono oscurare il dolore di milioni di poveri che, sparsi nelle periferie del sud del mondo, continuano la loro quotidiana lotta per la vita.

Un dolore silenzioso e invisibile, lontano da interessi politici ed economici, che non mette a rischio le abitudini o che in alcun modo scalfisce i vizi e i vezzi mondani di una società volta al consumismo sfrenato, ma che comunque merita di essere raccontato.

Il Progetto Agata Smeralda, da trent’anni ormai, lotta per chi soffre in silenzio. Perché vita e dignità umana vincano su tutto anche negli angoli più bui del nostro pianeta, cercando di illuminare con una luce della speranza anche il cammino degli invisibili. Ed è per questo motivo, per questi valori, che Suor Marcella Catozza lotta da anni al nostro fianco per far sì che anche i bambini poverissimi di Haiti possano guardare al futuro con speranza.

Io ci vivo dentro al dolore e lo tocco con mano – racconta Suor Marcella -. Gli occhi delle madri a cui i gruppi armati portano via i bambini per farne soldati, quelli dei padri a cui vengono strappate le bambine di 12 anni per farne le schiave del sesso dei banditi, rispedite al mittente appena restano incinte. Io li vedo ogni giorno.

Pochi giorni fa uno dei nostri giovani è andato a trovare la mamma malata che era tornata in una baraccopoli appena fuori città. Mentre era lì sono arrivati i banditi che controllano la zona e gli hanno chiesto perché fosse entrato senza il loro permesso. Neanche il tempo di rispondere ed un proiettile nel cervello metteva fine per sempre ai sogni di questo ragazzo che, come tutti, aveva diritto a vivere la sua vita, ad essere felice. E di fronte ai nonni che chiedevano perché, la risposta è stata altro fuoco, altri morti. Corpi portati via con una camionetta e sottratti per sempre anche ad una sepoltura cristiana.

Nessuno racconterà al mondo i sogni spezzati di questo ragazzo o il dolore di suo padre che entra in chiesa con una foto di suo figlio chiedendo una preghiera per lui. La vita di questi poveri, dei miei poveri. Il loro dolore non interessa a nessuno in questo momento. Qui non ci sono bombe, ma comunque c’è violenza, ci sono morti e disperazione. Si ha paura, allo stesso modo, di uscire di casa e la notte non si dorme perché gli spari e le urla di dolore ti tengono sveglio con il terrore che prima o poi possa accadere anche a te. Haiti è sola e disperata. Un’Haiti probabilmente lasciata così perché, nel caos e nella corruzione, i traffici di armi e droga si svolgono senza intoppi, mandando avanti l’economia mondiale. Ad Haiti la vita vale meno di niente.

Alla veglia di Pasqua, Papa Francesco ha chiesto gesti di pace in questo tempo segnato dagli orrori della guerra: dare speranza ai piccoli, costruire la pace. Quello che la grande famiglia di Agata Smeralda fa con noi da sempre. Ma sui giornali non leggerete mai di Haiti. E il mio appello è: non dimenticateci. Non dimenticate la nostra lotta quotidiana per la vita e sappiate che il vostro aiuto è quello che oggi ci permette di continuare a sperare che la gente buona cambierà il mondo”.

Mauro Barsi

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