L’ISTRUZIONE COME STORIA DI RESURREZIONE
“Il 2015 è rimasto impresso nella nostra memoria personale, e possibilmente in quella collettiva, come l’anno in cui quasi 4.000 esseri umani: donne, uomini e bambini; hanno perso la vita nel disperato tentativo di attraversare il Mediterraneo in cerca di protezione, di un futuro, di vita”.
Questa la testimonianza di Gaia Pieraccioni e Camilla Salvi, le fondatrici del progetto InAltreParole che da anni lavorano per l’inserimento in società di persone che hanno voglia, ma soprattutto la necessità, di risorgere.
“Non era più possibile ignorare, rimanere indifferenti, osservare distaccati. Era il momento di agire. Ognuno era ed è tutt’ora chiamato a contribuire, ad attivarsi, a partecipare. Ognuno con le proprie capacità e competenze.
Ci siamo chieste che cosa potevamo fare in concreto e come la nostra esperienza di insegnanti di italiano per stranieri potesse assumere il contorno più ampio di intervento umanitario, di un’esperienza di accoglienza e di inclusione che attraverso la lingua fosse capace di restituire ai migranti, ai giovani sopravvissuti all’orrore della Libia, il senso di un futuro diverso e migliore, aiutandoli a ricostruire la fiducia, a superare il trauma, a raccontarsi”.
Nel 2017, così, è nato InAltreParole. Un qualcosa di più di una scuola di lingua per migranti e di una semplice lezione di italiano: è una comunità che accoglie, riconosce, protegge, accompagna, forma e informa. E’ uno spazio di apprendimento per accrescere o valorizzare competenze e conoscenze e riacquistare fiducia e consapevolezza dei propri mezzi.
Così è nato all’interno di una scuola pubblica (Istituto Comprensivo Giuseppe Verdi di Firenze) per creare una comunità di apprendimento che renda quotidiana e visibile la presenza dei migranti, che sia occasione di contaminazione reciproca e di dialogo interculturale con la comunità ospitante. Combattendo ogni giorno anche gli stereotipi, i pregiudizi, la cattiva informazione. Combattendo ogni giorno le forme di razzismo sempre più diffuse nella nostra società.
“Quando si insegna ai richiedenti asilo non si esce mai dalla classe: ce la portiamo dentro, è insieme a noi, a casa, al lavoro, nelle azioni quotidiane. E’ un’esperienza che segna e insegna. Trovarsi di fronte persone volenterose di apprendere per risorgere amplia i tuoi orizzonti e rende futile tutto quello che prima era ritenuto necessario. Uomini, donne e bambini che hanno vissuto la fame e la povertà, che sono fuggiti da guerre e persecuzioni e nonostante tutto lottano e continuano a lottare con la speranza di un futuro migliore”.
Il lavoro di una costruzione di una comunità implica la presenza di figure già attive sul territorio nel settore dell’accoglienza e dell’intervento umanitario. E’ per questo che il Progetto Agata Smeralda ha sposato l’attività e le intenzioni della scuola InAltreParole, sostenendo il loro operato da sempre. Sostenendo gli oltre 500 studenti che sono passati dai banchi di scuola, sostenendo uomini, donne e bambini a inserirsi nella nostra società e a trovare lavoro.
“Un grazie, dunque, a tutta la grande famiglia di Agata Smeralda che ha sostenuto, insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, le nostre battaglie quotidiane, anche in un periodo difficile e complicato come quello che stiamo vivendo a causa del Covid-19. Un grazie a chi ha creduto nell’importanza di un progetto, ritenuto da molti utopico e irrealizzabile, rendendolo possibile”.