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Il Brasile che conosciamo meglio è quello delle grandi contraddizioni che si esprimono nella povertà estrema delle favelas e nella ricchezza dei latifondisti.

Ma c’è un Brasile inedito, quello delle “buone pratiche” meno conosciuto e raccontato; quello dei tanti missionari, dei giovani e delle associazioni che indirizzano i loro desideri, l’energia della vita verso opere di bene comune nella difesa della dignità umana.

E’ il caso di Breno Macedo, giovane brasiliano, che ha fatto della box la chiave per tenere lontani dalla criminalità decine e decine di ragazzi delle favelas.

In contesti sociali così difficili, iniziative come quella di Macedo e come quelle del Progetto Agata Smeralda portano ad un cambiamento reale, aprono scenari diversi e positivi per tanti ragazzi che vivono in zone quasi sempre espressione di povertà, marginalità e criminalità.

Ecco che i semi che crescono sulla cultura della fraternità diventano garanzia per tutti di un futuro migliore.

Vi ricorderete di Robson Conceiçao, un giovane di 28 anni, cresciuto in una favelas poverissima di Salvador Bahia, alunno di una scuola di Agata Smeralda, diventato campione del mondo nella box, pesi leggeri, alle ultime Olimpiadi di Rio de Janeiro.

Robson e tanti ragazzi come lui sono il frutto della corresponsabilità richiesta agli adulti per la solidarietà ed il comune impegno offerto ai giovani.

E’ il donare liberamente qualcosa affinché chi riceve possa a sua volta dare al prossimo, secondo le sue capacità.

Questo è il principio che muove il Progetto Agata Smeralda, i suoi sostenitori e tutti coloro che sono mossi dall’esperienza della fraternità.

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