Dalle favelas alla vita
Grazie a tutti coloro che sono venuti ieri per l’incontro con l’Arcivescovo di Salvador Bahia Dom Murilo Krieger, ma grazie anche a tutti coloro che avrebbero voluto esserci e non hanno potuto.
La serata è stata ricca di emozioni, interesse e partecipazione. L’Arcivescovo, che ha il compito di guidare un popolo immenso, ha lanciato una voce molto forte nel ricordarci che il Brasile è un paese impoverito e che la crisi non è solo politica, ma estesa a tutti i livelli. Un paese afflitto dalla droga e dalla violenza che uccide centinaia di migliaia di giovani brasiliani.
Come andare avanti? Come invertire questa rotta? Ed è a questo punto che l’Arcivescovo ha parlato del ruolo sorprendentemente fondamentale ed unico del Progetto Agata Smeralda nella realtà brasiliana dello Stato della Bahia.
Ha ricordato che il primo gradino del successo di Agata Smeralda, 25 anni fa, è stato quello del riconoscimento cruciale della dignità umana. Il secondo quello della necessità di partecipare al processo di costruzione investendo sui bambini e sui giovani proprio perché loro sono il futuro e lo possono cambiare solo se tutelati materialmente e spiritualmente. Sono state molte le associazioni che in passato hanno raccolto questa sfida, ma Agata Smeralda è l’unica che non è stata spazzata via dall’estrema miseria delle favelas ed ha cominciato ad operare per trasformarle in qualcosa da cui partire per immaginare un futuro diverso e migliore.
Chi entra nella famiglia di Agata Smeralda non trova un ambiente fossilizzato, ma un ambiente in fermento che cambia continuamente, un bacino di opportunità per adolescenti e giovani brasiliani che vogliono guardare avanti, trovare la libertà nell’impegno così come è accaduto a Robson Conceicao, vincitore della medaglia d’oro alle recenti Olimpiadi di Rio de Janeiro. Ecco le parole con le quali l’Arcivescovo ci esorta a continuare l’impegno e a credere in quello che facciamo:
“Credo che 25 anni fa nessuno, neppure il Prof. Barsi o il Cardinale Lucas Moreira Neves, potesse immaginare cosa sarebbe diventato questo progetto. Qui, oggi, al nostro posto dovrebbero esserci i bambini e i giovani che in questi anni sono stati sostenuti da Agata Smeralda e che oggi sono diventati adulti. Adulti che hanno saputo riscoprire la loro dignità di persone e soprattutto mettere a frutto le loro potenzialità. Tutti hanno sentito parlare di questa realtà, ma in pochi riescono ad immaginare cosa c’è realmente dietro: tutte le persone in Italia ed in Brasile. Penso a quei bambini e ragazzi che non conoscono i loro benefattori, ma che riescono a pensare a loro con affetto ed entusiasmo. Ringrazio il Signore e chiedo la Sua benedizione per coloro che con Agata Smeralda aiutano ogni giorno i bambini di Salvador: proprio come dice il Signore, neppure un bicchiere di acqua fresca donato verrà dimenticato, ancor più saranno ricordati i gesti di amore che state facendo verso questi bambini.”