Di prima mattina Agata Smeralda a casa del Papa

 In Lettere del Presidente

Immagine Di prima mattina Agata Smeralda a casa del Papa

Nel 2000 il Presidente del Progetto Agata Smeralda Mauro Barsi fu invitato a casa di Giovanni Paolo II, partecipò alla Santa Messa celebrata dal Santo Padre nella cappella privata e poi Lo incontrò per presentarGli un importante progetto da realizzare a Salvador Bahia, in Brasile, nella favela poverissima di Alto do Perù.
Ripubblichiamo qui l’articolo che, all’indomani della visita, il Presidente di Agata Smeralda scrisse per Toscana Oggi.

Ricordo sempre che l’insegnante di lettere, quando frequentavo la scuola media, mi assegnò un tema dal titolo: “Un incontro che non dimenticherò mai”. E ricordo anche le difficoltà a svolgere quel compito, perché non mi pareva di poter dire molto. Sembrerà strano, ma mentre scendevo le scale del Palazzo Apostolico in Vaticano qualche settimana fa, con il cuore ricolmo di gioia per aver avuto la fortuna di incontrare a quattr’occhi il Santo Padre, ripensavo a quel tema e annotavo mentalmente, per timore di dimenticare, quello che il Pontefice mi aveva detto.

Non vorrei essere frainteso con questa cronaca di una straordinaria mattinata romana: non c’è infatti alcun desiderio di protagonismo. Anzi, c’è la piena consapevolezza di un dono non meritato ed anche un po’ di imbarazzo, perché lì, prima di me, avrebbero dovuto esserci tanti missionari che sono ogni giorno in prima linea a donare la loro vita per il Vangelo.

Devo soltanto al Card. Lucas Moreira Neves l’occasione di questo appuntamento. E’ stato grazie a lui che una mattina, di buon ora, ho potuto bussare all’appartamento di Giovanni Paolo II.
Così, in attesa dell’inizio della Santa Messa, che il Papa ha celebrato nella Sua cappella privata, ho ripercorso il cammino del Progetto Agata Smeralda e intorno a me sentivo la presenza di tutta la nostra grande famiglia. Non ero lì infatti per me, ma per portare al Pastore della Chiesa universale l’abbraccio di tutti: delle migliaia di bambini che il Progetto aiuta a crescere, dei missionari e delle suore che operano nelle favelas di Salvador, degli adottanti che consentono la prosecuzione di questa opera di condivisione cristiana. E “vedevo” accanto a me i volti sorridenti di Padre Paolo Tonucci, parroco di Camaçari, di Mons. Mario Zanetta, Vescovo di Paulo Alfonso, di Padre Ettore Frisotti, missionario comboniano e dei tanti amici che, come loro, fanno parte oggi della grande famiglia di “Agata Smeralda” in cielo.

Durante la Santa Messa non ho potuto fare a meno di ringraziare la Provvidenza di Dio -e, credetemi, non è una frase fatta-, per tutti i doni preziosi che abbiamo ricevuto. Prima di tutto da questi bambini, dalla gente meravigliosa delle favelas di Salvador Bahia e dalle tante persone che abbiamo incontrato, in Brasile e in Italia, che sono state di esempio e di incoraggiamento per tutto il Progetto.
Poi l’incontro personale con il Papa durante il quale Gli ho presentato le linee generali della nostra attività, ribadendo che essa, senza alcuna pretesa, è solo una piccola goccia in un mare di guai e di speranza insieme. Mi ha colpito la grande attenzione del Pontefice, che ho trovato in buone condizioni fisiche. Certo sofferente, ma sempre lucidissimo, pronto a inserirsi più volte, con domande e battute, nella mia illustrazione. Così ha ricordato le sue visite in Brasile ed in particolare a Salvador, l’appello che proprio da quella città lanciò a tutto il mondo per la difesa dei bambini di strada e la sua grande amicizia con il Card. Lucas Moreira Neves. Giovanni Paolo II ha chiesto spiegazioni dettagliate sul progetto di costruzione del Centro Sociale e sui tempi di realizzazione. Ha avuto parole di riconoscimento verso tutti i missionari ed ha chiesto quali erano le congregazioni religiose con le quali operiamo. Da parte mia ho ricordato la presenza dei missionari della Diocesi di Firenze che da oltre trent’anni operano in Salvador e ho sottolineato come il Progetto si muova in stretta comunione con loro e con la Chiesa della Bahia. Infine il Santo Padre ha benedetto tutta la grande famiglia di Agata Smeralda e il Centro Sociale intitolato a Dom Lucas Moreira Neves, sottolineando come esso rappresenti un fattivo contributo al rispetto della dignità umana e del diritto alla vita.
E’ stato un incontro davvero molto bello e ricco. Mentre scendevo le scale, dopo essermi congedato dal Santo Padre, ero contento per la percezione di come il Progetto Agata Smeralda sia parte del disegno di Dio, umile strumento nelle Sue mani, per offrire una speranza di crescita a tanti bambini poveri. Uno strumento che opera in comunione con la Chiesa universale nel nome della dignità umana, ma è anche per tutti noi una concreta occasione per essere più coerenti al Vangelo di Gesù.

Mauro Barsi

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