LA SPERANZA NON PUO’ CHIUDERE I BATTENTI

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L’accesso all’acqua potabile nei nuclei abitativi è un bene che, ormai, risulta scontato nella maggior parte del pianeta, purtroppo esistono ancora Paesi in via di sviluppo che non possono contare di un bene così essenziale ed imprescindibile per la vita.

In Tanzania, nello specifico nelle zone di Kaengesa, la popolazione per fare approvvigionamenti d’acqua doveva camminare per ore per raggiungere il pozzo più vicino. I fiumi Nyinaluzi e Mwalazi, infatti, sono contaminati ed inutilizzabili per il rischio di malattie mortali come il tifo ed il colera.

Don Michael Vutakamba, missionario in Tanzania da ormai tre anni, ha voluto ringraziare di persona, a Firenze, la grande famiglia di Agata Smeralda per la costruzione del pozzo avvenuta lo scorso anno: “Finalmente, grazie al Progetto Agata Smeralda, abbiamo acqua pulita per bere e fare la doccia. Tutti i 350 ragazzi della scuola e i cittadini di Kaengesa ne usufruiscono con grande felicità ed è tutto merito dei benefattori della vostra Associazione”.

La situazione, però, in Tanzania con l’avvento della pandemia è diventata drammatica. I quattro mesi di lockdown hanno messo in ginocchio l’economia di un Paese già tormentato da malattie e carestia e la scuola di Kaengesa rischia di chiudere per sempre. Una scuola che illumina il cammino di tanti giovani. Un vero e proprio faro di speranza che squarcia l’oscurità della miseria e che rischia di chiudere per sempre.

“La situazione è drammatica – racconta Don Michael – il Coronavirus ha spazzato via tutte le attività familiari. Le famiglie non riescono a pagare le tasse scolastiche per sostenere gli studi dei propri figli. Nella nostra scuola i ragazzi hanno dai 12 a 20 anni e vivono con noi per 10 mesi all’anno. Diamo loro una formazione scolastica, ma anche umana. Con noi imparano anche a lavorare la terra che offre frutti preziosi che ci aiutano ad autofinanziarci. Imparano un lavoro umile e semplice, ma che permette loro di vivere se non dovessero riuscire a proseguire gli studi. Purtroppo le bocche da sfamare sono tante e in questo momento l’autofinanziamento non basta.

Grazie ai generi alimentari che la grande famiglia di Agata Smeralda ci invia, il rischio di chiusura viene rimandato.
Noi, come il Progetto Agata Smeralda, crediamo fermamente che la vera rivoluzione parta dai banchi di scuola. Con un’istruzione adeguata i nostri ragazzi potranno diventare protagonisti della loro storia e di quella del loro Paese.

A Kaengesa tutti vi sono riconoscenti non soltanto per l’acqua, ma anche per il cibo e per il vostro sostegno verso le nostre tante necessità”.

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