Lettera del Cardinal Betori in visita a Salvador Bahia ad Agata Smeralda

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Immagine Lettera del Cardinal Betori in visita a Salvador Bahia ad Agata Smeralda

Non nascondo la mia gioia nel constatare l’incontro concreto nella vita di questa città la presenza di “Agata Smeralda”.

Non oso dare una valutazione di questo Progetto, perché non ne ho le capacità. Ho attraversato soltanto due volte la città, ieri sera e questa mattina ed ho visto il contrasto urbanistico: grandi zone moderne con grattacieli, accanto a quartieri poverissimi. E questo rende particolarmente significativo l’impegno di “Agata Smeralda” per i bambini e per i giovani più poveri, che qui emerge con più forza.
Come Vescovo, di tutte le cose che avete detto me ne sono rimaste impresse due. La prima è quella per cui voi, nell’avvicinare i ragazzi e portar loro un aiuto che li promuova umanamente, avete asserito: “Vediamo il volto di Gesù!”.
Questa radice cristologica, questa radice di fede che sta dietro al Progetto Agata Smeralda mi sembra che sia il patrimonio più bello che avete e che non dovete mai dimenticare.
L’altra cosa che mi ha colpito come Vescovo è la stretta relazione tra “Agata Smeralda” e la Chiesa, la Chiesa fiorentina e la Chiesa di Salvador. Non con una Chiesa astratta, ma con una Chiesa fatta di persone. I loro nomi li avete ripetuti, quelli che ci hanno lasciato, Don Renzo Rossi anzitutto, e quelli che invece, grazie a Dio, sono ancora vivi tra noi –vedo qui Don Sergio-, e ringrazio il Signore.

In Occidente, forse non qui in Brasile, il volto della Chiesa non è molto apprezzato oggi. Anche se ci sta aiutando il Papa Francesco! Ma c’è un aspetto della vita della Chiesa che anche coloro che la disprezzano devono riconoscere: questo è il servizio della carità.
E allora, anche il fatto che coloro che in modo carismatico svolgono questo servizio e lo fanno con un forte legame con la Chiesa, è un dono grande per l’identità e l’immagine della Chiesa stessa. E’ molto importante quindi che vi sia unità tra la Chiesa e queste iniziative che state promuovendo. Siccome questo c’è, io vi ringrazio!

Qualcosa circa il futuro. Prima è stato detto che lo Stato non fa nulla per l’infanzia, noi facciamo qualcosa che dovrebbe fare lo Stato. Io non sono d’accordo! Lo Stato deve rendere possibile, aiutare e sostenere la libera iniziativa della società. Guai se lo Stato prendesse il nostro posto. Sarebbe la fine della libertà per tutta la società. Lo Stato deve rendere possibile, deve dare un quadro legislativo, deve dare un sostegno anche finanziario, ma noi dobbiamo sempre rimanere sul campo come attori di un servizio all’uomo che nessuna istituzione potrà mai fare con la stessa carità, con lo stesso spirito con cui lo facciamo noi.
Per questo possiamo dire che il futuro di “Agata Smeralda” è senza fine, fino alla parusia, fino al ritorno di Gesù!

L’ultima parola la voglio dire da Vescovo fiorentino. Quando io sono arrivato a Firenze pensavo di dovermi confrontare con una città famosa principalmente per l’arte e la cultura e, invece, ho scoperto una città la cui caratteristica fondamentale è stata sempre la solidarietà e la carità. Dalle Misericordie a Don Giulio Facibeni e all’Opera Madonnina del Grappa, fino ad “Agata Smeralda”. E penso che “Agata Smeralda” abbia aggiunto qualcosa a questa vocazione di Firenze alla solidarietà.
C’è un orizzonte universale, non solo cittadino. Firenze si pensa una città del mondo, non di se stessa. La vocazione di Firenze è il mondo! Il cuore di Firenze è il mondo! Salvador è dieci volte più grande. Ma Firenze, che è già stata riconosciuta città del mondo per la cultura e per l’arte, grazie ad “Agata Smeralda”, può diventarlo per la carità. Non solo “Agata Smeralda” fa bene a Salvador Bahia, ma fa bene anche a Firenze!

Card. Giuseppe Betori
Arcivescovo di Firenze

Salvador Bahia, 19 Luglio 2013

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