Vi scriviamo dalle favelas della Bahia

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Ogni tanto dobbiamo saper dire anche grazie e farvi partecipi direttamente del nostro lavoro che portiamo avanti anche nel vostro nome. Il silenzio non è una dimenticanza. Sappiamo bene che ci siete e quanto sia importante per noi la vostra presenza; conosciamo anche il vostro amore per questi bambini. Purtroppo le nostre giornate sono molto intense e mancano le braccia per fare fronte a tante necessità. Ci limiteremo, con questa lettera, alle informazioni essenziali, poiché la nostra vita è una grande e bella avventura e per raccontarla tutta non basterebbe scrivere un libro.

Sì, è una bella e grande avventura che ogni giorno ci porta in mezzo ad un mare di difficoltà, ma anche a tanti doni che gratuitamente ci provengono da questa nostra gente, dai nostri bambini, spesso privi di tutto, ma non certo di una grande capacità di amare.

La prima cosa che sentiamo di dovervi dire è grazie, perché il vostro impegno generoso e fedele, quasi sempre nascosto e prezioso, è spesso l’unico aiuto che puntualmente ci giunge ogni mese e che concretamente ci consente di fare nascere la speranza in mezzo a persone costrette a vivere una situazione di abbandono e di grande povertà. Nelle nostre “favelas” questa speranza rinasce ogni giorno quando, grazie al sostegno a distanza, possiamo dare loro un sano cibo, l’istruzione, l’educazione e le cure necessarie con amore e dedizione.

Sono tante le storie che vorremmo raccontarvi. Ogni giorno accadono miracoli e accadono tragedie. Sono storie di riscatto della propria dignità umana, di cambiamento positivo nelle relazioni familiari, storie di incontro con un cammino di vita nuova, sono storie di possibilità di studio e di lavoro, di opportunità di sfuggire alla violenza e all’influenza delle droghe, così come alla prostituzione. E ci sono anche tante storie tragiche. Proprio nei giorni scorsi il giornale della città, “A Tarde”, ha pubblicato i dati degli ultimi quattro mesi, dove si rileva che a Salvador sono state uccise duecentonovantatre persone soltanto nei weekend. Duecentonovantatre omicidi solo il sabato e la domenica! Una vera e propria guerra. E di recente abbiamo accolto una bambina di nove anni, che aveva visto uccidere la madre a coltellate, davanti ai propri occhi.

Sappiamo bene che anche in Italia sono tempi difficili e non poche volte quello che fate costa qualche sacrificio in più. Noi missionari vi dobbiamo dire con estrema franchezza che le vostre donazioni sono un gesto importantissimo per noi e per questi bambini e non solo perché cambiano la vita e restituiscono loro la giusta dignità, ma anche perché soltanto così possono sperare in un futuro, loro che sono il futuro dell’umanità.

Vi esortiamo a leggere il segno permanente della presenza operativa della Provvidenza di Dio sulla terra nel fatto che un gesto oneroso come il vostro, e tuttavia possibile per chi crede nell’esortazione evangelica alla carità, diventa in un’altra latitudine del mondo l’ennesimo ed ineguagliato miracolo della moltiplicazione dei pani.

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